Una mostra che racconta la cieca follia della guerra e dell’egoismo umano attraverso alcune significative opere grafico-artistiche.
La Grande Guerra, così come ogni altra guerra, evoca la morte: l’opera grafico-artistica dei più celebri autori degli anni dieci-venti del Novecento rigurgita di scheletri, demoni o mostri (talvolta in forma di macchine sbuffanti) che stazionano al di sopra o nelle vicinanze di cumuli di cadaveri o teschi, attraversano in groppa a cavalli esangui distese di croci o anonime lapidi, imbracciano affilate falci, grondano sangue o stringono in una sorta di abbraccio letale l’intero globo terrestre. I tratti beffardi della morte caratterizzano le fisionomie stesse di molti dei personaggi raffigurati: una nutrita schiera di alti ufficiali, banchieri, commercianti, ecclesiastici, finanzieri, governanti, intellettuali, sovrani che agiscono solo in prospettiva della ricchezza personale e della ricerca spasmodica del potere.
Riaffiorano così, in simile produzione, molti di quei motivi iconografici che popolano le più antiche rappresentazioni della Danza macabra o del Trionfo della morte e che raccontano non più l’insondabile volontà di una forza superiore, quanto la cieca follia dell’egoismo umano.
L’esposizione Laboriosa morte, terza tappa del progetto Corpi disarmati, muove da alcuni significativi esempi di ideazione artistica dei secoli XV-XVI per cogliere i diretti collegamenti con le realizzazioni dei primi decenni del Novecento e in particolare con le caricature pubblicate negli anni del primo conflitto mondiale su alcune delle più diffuse riviste illustrate in ambito sia nazionale sia europeo.
Temi guida della mostra, che propone perlopiù riproduzioni, ma ospita anche documenti originali, sono pertanto la persistenza, la pervasività e l’ossessività di taluni canoni espressivi che associano soprattutto alla guerra e ai suoi strumenti di distruzione l’instancabile, insaziabile e universale opera di sterminio dell’uomo sull’uomo, al pari, se non in misura maggiore,, a quella compiuta dalle grandi epidemie del passato come la peste.
Una realizzazione della
Fondazione Museo storico del Trentino
Ideazione e coordinamento organizzativo
Rodolfo Taiani
Curatori
Danilo Curti, Arnaldo Loner, Rodolfo Taiani
Con il sostegno e la collaborazione di
Comune di Brentonico
Provincia autonoma di Trento
Progetto allestitivo
Studio BBS, Trento
Progetto grafico
Aurelio Candido
Montaggi video
Lorenzo Pevarello
Scansioni digitali
Fabrizio Tamè
Walter Biondani
Ricerca video
Daniela Cecchin
Ricerca e selezioni musicali
Roberto Gianotti
Comunicazione
Alice Manfredi e Francesca Rocchetti
Stampe digitali
Digital Carton, Trento
Allestimenti
Il Gabbiano cooperativa sociale
Impianti elettrici
GTE elettrica
Si ringraziano: Quinto Canali, Aureliano Candido, Irma Casagranda, Sante Centofanti, Valentina Curti, Daniela De Bortoli, Duccio Dogheria, Fabiano Dossi, Ivo Ferraguti, Giuseppe Ferrandi, Paola Maria Filippi, Matteo Gentilini, Sonia Lunardelli, Patrizia Marchesoni, Antonella Mazza, Veronica Nicolini, Federica Passerini, Alessandro Pedrotti, Christian Perenzoni, Maurizio Scudiero, Ivana Sgura, Laura Spazian, Irina Taiani, Caterina Tomasi
Brentonico, Palazzo Eccheli-Baisi
via Mantova,4 - 38060 Brentonico (TN)
TEMPORANEAMENTE CHIUSO PER LAVORI DI MANUTENZIONE.
Altri periodi: visitabile su prenotazione (Biblioteca comunale di Brentonico: tel. 0464 395059 - brentonico@biblio.infotn.it).
Ingresso libero.
Palazzo Eccheli-Baisi