Figli dell’uomoNonostante la mole considerevole di studi, l’infanzia rimane ancor’oggi un tema sconosciuto, specie se letto in prospettiva storica. Persiste, infatti, una sorta di resistenza nel vedere il bambino per ciò che è e non per ciò che dovrebbe diventare,una sorta di rifiuto nell’accettare che esistono semplicemente i figli della storia, bambini dai molteplici volti che non vivono solo in condizione di perfezione o di abiezione. Si tratta in altri termini di cogliere i limiti entro i quali inserire l’età infantile e di evidenziarne per ogni periodo storico le specificità, nella certezza che la storia dell’infanzia è argomento complesso e per tanti versi sfuggente. Complesso poiché l’infanzia per evidenti ragioni lascia poche tracce di sé stessa. Sono gli adulti a rievocarla o a rappresentarla come se fosse un preambolo di ciò che seguirà con sensibilità e finalità altre. Sfuggente poiché i confini dell’infanzia sono estremamente flessibili a seconda dell’epoca considerata. Più la società è complessa e più queste frontiere si dilatano o si restringono a seconda delle necessità espresse dagli attori sociali cui compete la definizione delle regole economiche, delle finalità civili e delle scelte politiche. Insomma una componente assai duttile che assume quelle forme che la società di riferimento stabilisce di attribuirle. Queste e altre suggestioni hanno contribuito a costruire il presente numero di Altrestorie dove si mescolano diverse prospettive disciplinari e professionalità. Fra queste anche quella di Luca Gonzaga Catalano/Witness Image le cui fotografie inframezzano i testi dell’intero numero (rt).
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